Quando si sviluppa un’architettura IoT di edge computing, si possono fondamentalmente seguire due possibili strade:
una prima soluzione è implementare e gestire lo stack software di edge computing negli ambienti IT esistenti, utilizzando l’infrastruttura hardware di cui dispone l’utente, che può essere dedicata, o condivisa con altri servizi.
I dispositivi edge che amministrano le comunicazioni con i sensori e la connettività con il cloud possono essere costituiti da sistemi embedded a basso consumo (low power) basati, ad esempio, su chip ASIC (application-specific integrated circuit), FPGA (field-programmable gate array), CPU o, ancora, su SoC FPGA, (system-on-chip FPGA), ossia piattaforme embedded che combinano i vantaggi di un processore e un FPGA integrandoli in un singolo dispositivo.
Un esempio di implementazione IoT nella rete edge che sfrutta i dispositivi perimetrali esistenti può essere rappresentato anche dal servizio Microsoft Azure IoT Edge, che permette di estendere l’intelligenza e la capacità di elaborazione nei device, nuovi o preesistenti, installati nell’ambiente IT locale.
L’altra strada è scegliere un ‘cloud edge’ gestito e manutenuto da un public cloud provider: il cloud edge rappresenta in sostanza un’estensione della nuvola pubblica, in grado di svincolarla dalla stretta appartenenza a una data regione geografica, e distribuirla in molte altre location attraverso vari ‘edge data center’: un esempio, in questo caso, può essere costituito dal servizio AWS Lambda@Edge di Amazon Web Services, che fornisce la possibilità di eseguire il codice applicativo in una location AWS in prossimità dell’utente finale, con l’obiettivo di ridurre i problemi di latenza e di erogare contenuti più ricchi e personalizzati. Intanto nel mercato cresce il fermento: tra i player emergenti impegnati nella costruzione di un’infrastruttura per il cloud edge, attraverso lo sviluppo di soluzioni di edge data center, c’è Vapor IO.
Fondata nel 2015, lo scorso giugno la società ha annunciato Project Volutus, un’iniziativa che abilita cloud provider, wireless carrier e imprese del settore a fornire applicazioni di edge computing ‘cloud-based’, sfruttando una rete di micro data center installati in prossimità delle stazioni radio base degli operatori.